Questa immagine è stata scattata con un telefonino a gennaio 2020 all’aeroporto di Dar es Salaam in Tanzania stato dell’Africa centro-orientale. Eravamo solo io e la mia compagna, il gate era deserto, odorava di nuovo e quelle grandi vetrate riflettevano tutto quello che di bello avevamo vissuto in quell’esperienza. Un viaggio voluto, programmato, che ci ha lasciato il segno, che ha cambiato i nostri equilibri confermandoci che esistono luoghi dove, se da un lato manca ancora tanto, dall’altro di danno quello che ti serve.

La parola “distanziamento sociale” coniata dalla zecca Covid 19, rimbomba prepotente nella mia visione futura di viaggiatore. Mi sono scoperto nomade, bisognoso di contatto con esperienze genuine e terrene con persone che ti saziano più con un sorriso che con un piatto di riso. L’idea di finire nella migliore delle ipotesi in un area circoscritta con un braccialetto “all inclusive”al polso mi destabilizza.

Sicuramente dovremo abituarci a nuove regole. Se prima, era consigliato arrivare con 3/4 ore di anticipo in aeroporto, forse dopo servirà mezza giornata per far fronte a tutti gli iter burocratici.

Avremo timore di chi ci sta vicino o socializzeremo con chiunque?

Probabilmente non sarà più come prima, facciamocene una ragione.

La tecnologia e la ricerca provano in tutti i modi ad avvicinare le distanze fra paesi all’avanguardia e quelli in via di sviluppo, ma questa volta qualcosa è andato storto. Hanno creato inesorabilmente una spaccatura nella crosta umana paragonabile ad un terremoto di livello massimo nella scala Richter. L’ultima novità, la App immuni, che sicuramente sarà di aiuto ma produrrà nella mente di qualche genio un effetto discriminatorio dando origine ad una nuova razza, quella degli untori.

Ma avete fatto caso che mentre noi, fino a qualche settimana fa siamo stati obbligati giustamente a non sconfinare tra regioni, Elon Musk imprenditore di origini sudafricane Co-fondatore di Tesla e Space X con la sua mente da pazzo sognatore ha inviato i suoi astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale con l’ambizione di organizzare in futuro viaggi nello spazio.

Incredibile, la legge del contrappasso, una analogia Dantesca.

Il 2020 sarà ricordato come l’anno del virus, delle migliaia di persone che hanno perso la vita, del grande lavoro fatto dal personale medico e ospedaliero e della grande crisi economica. Ma in mezzo a questo inferno continuo a ripetermi il titolo di un brano della mia band preferita “Everything’s not lost” dei Coldplay. Questa frase, “non è tutto perduto” sinonimo di “andrà tutto bene, sa di speranza. La speranza di sognare e progettare nuovi viaggi, diversi, consapevoli che ci daranno la possibilità di esplorare nuove destinazioni e di ri-comunicare con le persone. Solo così riusciremo ad allontanare quel demone che ci ha immobilizzato in questa primavera bisestile.