Storia delle mie scelte

Dopo quel viaggio che mi ha aperto la porta e gli occhi sul mondo della fotografia, e dopo aver deciso di intraprendere questa strada, sono i arrivati i corsi, con i corsi sono arrivati i colleghi, poi altri viaggi, i clienti, il pubblico, le richieste, le soddisfazioni e le difficoltà, gli stimoli, le domande, le idee, fino a quando sono arrivato a scontrarmi con una questione che non avevo mai considerato: lo studio fotografico.
La questione “studio fotografico” è stata motivo di confronto con molti colleghi fotografi. Grazie ai diversi punti di vista sono sbocciate domande importanti, in grado di mettere a fuoco me, la mia fotografia, i miei principi, quello in cui credo. Penso che condividerle sia un modo per farmi conoscere e per far comprendere la mia idea di fotografia.

Perché ho deciso di dedicarmi alla fotografia

Ho scelto di dedicarmi alla fotografia perché ho capito che il mio interesse per questa arte-strumento poteva sconfinare oltre la semplice passione. Ho capito che lavorando sulle mie capacità e migliorando le qualità, avrei potuto trarre delle vere soddisfazioni.
Quando scopri e conosci qualcosa che ti piace e dall’esterno ricevi dei segnali positivi, non ti spaventa più l’idea che la strada sarà lenta e lunga, pensi solo alla tua passione, inizi a crederci davvero, e parti.
Le difficoltà e i problemi ci saranno sempre, ma così anche le soluzioni. Potrebbe diventare un motto: finché c’è la passione, c’è la soluzione. 

Perché la fotografia ha un ruolo così importante per me

Il suo è un ruolo importante perché descrive senza filtri personalità e anima: la mia, la tua, quella delle cose, dei luoghi, dei momenti. Attraverso il modo di fotografare, attraverso lo stile fotografico, il punto di vista del fotografo si mette a nudo per descrivere nei minimi dettagli la visione del suo mondo. A volte si arriva a vedere pensieri, paure e sogni.
Penso che cambiare l’aria degli armadi pieni di scheletri sia fondamentale e penso che i metodi per farlo siano molti. Alcuni usano la pittura, altri si servono delle parole, qualcuno sceglie la fotografia e così via.
Anche questo potrebbe essere un motto: le vie dell’arte sono infinite.

Non avere uno studio crea dei limiti?

No, anzi, è esattamente il contrario: li toglie.
Mi rendo conto che questo modo di porsi sia qualcosa di più informale, e l’informale spesso spaventa perché riduce le distanze. Il rischio è quello di venire considerati poco professionali, ma diciamoci la verità, ormai il novanta per cento degli appuntamenti viene fissato durante i pochi momenti liberi della giornata: prima di cena, dopo cena, durante il caffè a pranzo, facendo aperitivo o bevendo un amaro dopo cena. E allora perché condividere momenti intimi e di pausa e non fare lo stesso con gli spazi?

La mia casa è anche il mio luogo di lavoro, sono io che decido quando chiamarlo “casa” e quando chiamarlo “studio”, sono io a decidere quando viverlo come “casa” e quando come “studio”.

La decisione di non averlo

La mia scelta è stata consapevole. Ho deciso di non avere uno studio fotografico perché credo di poter trasmettere la mia idea di fotografia senza la necessità di avere una scrivania che mi divide da chi ho davanti, o delle pareti imbellettate come contorno. Preferisco il mio divano comodo, un buon caffè, le fotografie che rappresentano la mia vita e che continuano a moltiplicarsi e a spostarsi, qualche chiacchiera sincera, tutto davanti al computer.
In questo modo mi sembra di mettermi a nudo davanti al cliente e mi sembra la cosa più naturale. Io sono così; non devi scegliermi per il mio studio, devi scegliermi per quello che vuoi trasmettere tu.
Altro motto: decisioni diverse per necessità diverse, decisioni che cambiano per necessità che cambiano. 

Chi è il fotografo oggi?

Oggi tutti sono fotografi, o meglio, tutti hanno la possibilità di provare ad esserlo, di provare quest’arte. La nuova figura che si sta delineando, e che non tutti arrivano ad essere, è forse quella dell’ “imprenditore fotografico”. L’imprenditore fotografico, come qualsiasi altro imprenditore, investe: investe in formazione, investe in attrezzatura, soprattutto investe su se stesso. Questo mi sento di essere.
Spontaneità per me è una parola chiave: caratterizza la fotografia, caratterizza le scelte, caratterizza la professionalità. Caratterizza me.